Commentario abbreviato:Atti 15:4136 Versetti 36-41 Qui abbiamo una lite privata tra due ministri, nientemeno che Paolo e Barnaba, che però si conclude bene. Barnaba desiderava che suo nipote Giovanni Marco andasse con loro. Dovremmo sospettare di essere parziali e guardarci da questo nel proporre le nostre relazioni. Paolo non riteneva degno dell'onore né adatto al servizio colui che si era allontanato da loro a loro insaputa o senza il loro consenso: vedi Atti 13:13. Nessuno dei due volle cedere, per cui non ci fu nulla da fare. Nessuno dei due voleva cedere, quindi non c'era altro rimedio che separarsi. Vediamo che i migliori uomini non sono altro che uomini, soggetti alle nostre stesse passioni. Forse c'erano colpe da entrambe le parti, come di solito accade in queste contese. Solo l'esempio di Cristo è una copia senza macchia. Tuttavia non dobbiamo pensare che sia strano se ci sono differenze tra uomini saggi e buoni. Sarà così finché siamo in questo stato imperfetto; non saremo mai tutti d'accordo finché non arriveremo in cielo. Ma che male fanno nel mondo e nella Chiesa i residui di orgoglio e di passione che si trovano anche negli uomini buoni! Molti abitanti di Antiochia, che avevano sentito parlare poco della devozione e della pietà di Paolo e Barnaba, vennero a sapere della loro disputa e della loro separazione; e così sarà anche per noi, se cediamo alla contesa. I credenti devono essere costantemente in preghiera, affinché non siano mai portati a danneggiare la causa che desiderano servire. Paolo parla con stima e affetto sia di Barnaba che di Marco, nelle sue epistole, scritte dopo questo evento. Che tutti coloro che professano il tuo nome, o amorevole Salvatore, siano completamente riconciliati da quell'amore che deriva da te e che non è facilmente provocabile, e che presto dimentica e seppellisce le ferite. Riferimenti incrociati:Atti 15:41Dimensione testo: |